
Quando nel 1916, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, il
soprintendente agli scavi archeologici della Sardegna, Antonio
Taramelli, invitò tutte le autorità locali a comunicare se nel loro
territorio ci fossero reperti del passato, l'allora sindaco di
Serramanna, G. Mascia, gli rispose che "Il territorio di questo comune è
tutto posto in pianura e non ha alcun bel punto di vista degno di nota,
come non vi ha alcun nuraghe ne altro che possa interessare un
visitatore intelligente". da allora, sono passati 100 anni, ma davvero
poco è cambiato. Sono davvero in tanti infatti ad essere convinti che
per via dell'assenza di alte colline la costruzione delle antiche torri
sia stata impossibile. In realtà, invece, il territorio serramannese è
ricco di testimonianze di attività umana sin dal neolitico e anche le
tracce della presenza di nuraghi sono numerose.



Pare che le antiche
civiltà vissute in Sardegna prima di noi, quando dovevano realizzare le
loro opere megalitiche, scegliessero luoghi nei quali la Terra
sprigionava un'inconsueta forza. Tuttora, negli antichi siti
archeologici della nostra isola, si possono percepire particolari
vibrazioni ed in tanti si recano in quei luoghi in cerca di “energia”.
Gli oltre 8000 nuraghi sparsi in giro per la Sardegna vennero, inoltre,
costruiti in punti dai quali potevano essere avvistati almeno da altri
due. Pare che ogni tre chilometri quadrati ce ne fosse uno. Questo
avveniva in tutta l'isola, sia che si trattasse di una zona montuosa,
collinare o, come nel caso di Serramanna, in pianura. Una cinquantina
d'anni fa, con l'arrivo di trattori e aratri moderni, dal terreno
cominciò a saltar fuori di tutto: tombe, grandi sarcofagi, anfore,
menhir... e nuraghi. I reperti ancora visibili sono pochi. Però ci sono.
Tanti! Oltre al nuraghe "Santa Maria" i cui resti sono sepolti sotto
l'omonima chiesetta campestre, infatti, pare che in un passato lontano
ci fossero almeno altri 6 nuraghi sparsi nelle campagne di Serramanna:
Nuraghe Santa Luxeria, Nuraghe Bruncu Gattus, Nuraghe S’isca Matta
Manna, Nuraghe Su Muntonali, Nuraghe di Bia Munistei e Nuraghe
Piscixeddu. Antichi cerchi di grandi massi dei quali non si è compresa
l'importanza storica e culturale. La maggior parte delle pesantissime
pietre ritrovate, sono state spostate dal loro sito originario. Alcune
sono diventate muretti di recinzione, altre, ovili, altre ancora vennero
impiegate nella costruzione di case o chiese. In qualche caso, qualcuno
le ha abbandonate ai bordi delle strade di campagna, talvolta in
compagnia di macerie e spazzatura. Se prima non si capiva l'importanza
di certi ritrovamenti, oggi le cose sono un po' cambiate, ma purtroppo
in troppi sono convinti che non ci sia più niente da trovare. Il ricordo
degli insediamenti nuragici serramannesi, si sta perdendo nel silenzio.
Non ci sarà mai una campagna di scavi per riportare alla luce antichi
resti sepolti dalla terra. L'esistenza di nuraghi a Serramanna, forse,
resterà per sempre solamente una leggenda metropolitana sussurrata senza
far troppo rumore, senza che nessuno dia alla cosa l'importanza che
meriterebbe.
(Francesca M.)
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