giovedì 13 luglio 2017

Serramanna ed i suoi nuraghi dimenticati


 Quando nel 1916, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, il soprintendente agli scavi archeologici della Sardegna, Antonio Taramelli, invitò tutte le autorità locali a comunicare se nel loro territorio ci fossero reperti del passato, l'allora sindaco di Serramanna, G. Mascia, gli rispose che "Il territorio di questo comune è tutto posto in pianura e non ha alcun bel punto di vista degno di nota, come non vi ha alcun nuraghe ne altro che possa interessare un visitatore intelligente". da allora, sono passati 100 anni, ma davvero poco è cambiato. Sono davvero in tanti infatti ad essere convinti che per via dell'assenza di alte colline la costruzione delle antiche torri sia stata impossibile. In realtà, invece, il territorio serramannese è ricco di testimonianze di attività umana sin dal neolitico e anche le tracce della presenza di nuraghi sono numerose.
Pare che le antiche civiltà vissute in Sardegna prima di noi, quando dovevano realizzare le loro opere megalitiche, scegliessero luoghi nei quali la Terra sprigionava un'inconsueta forza. Tuttora, negli antichi siti archeologici della nostra isola, si possono percepire particolari vibrazioni ed in tanti si recano in quei luoghi in cerca di “energia”. Gli oltre 8000 nuraghi sparsi in giro per la Sardegna vennero, inoltre, costruiti in punti dai quali potevano essere avvistati almeno da altri due. Pare che ogni tre chilometri quadrati ce ne fosse uno. Questo avveniva in tutta l'isola, sia che si trattasse di una zona montuosa, collinare o, come nel caso di Serramanna, in pianura. Una cinquantina d'anni fa, con l'arrivo di trattori e aratri moderni, dal terreno cominciò a saltar fuori di tutto: tombe, grandi sarcofagi, anfore, menhir... e nuraghi. I reperti ancora visibili sono pochi. Però ci sono. Tanti! Oltre al nuraghe "Santa Maria" i cui resti sono sepolti sotto l'omonima chiesetta campestre, infatti, pare che in un passato lontano ci fossero almeno altri 6 nuraghi sparsi nelle campagne di Serramanna: Nuraghe Santa Luxeria, Nuraghe Bruncu Gattus, Nuraghe S’isca Matta Manna, Nuraghe Su Muntonali, Nuraghe di Bia Munistei e Nuraghe Piscixeddu. Antichi cerchi di grandi massi dei quali non si è compresa l'importanza storica e culturale. La maggior parte delle pesantissime pietre ritrovate, sono state spostate dal loro sito originario. Alcune sono diventate muretti di recinzione, altre, ovili, altre ancora vennero impiegate nella costruzione di case o chiese. In qualche caso, qualcuno le ha abbandonate ai bordi delle strade di campagna, talvolta in compagnia di macerie e spazzatura. Se prima non si capiva l'importanza di certi ritrovamenti, oggi le cose sono un po' cambiate, ma purtroppo in troppi sono convinti che non ci sia più niente da trovare. Il ricordo degli insediamenti nuragici serramannesi, si sta perdendo nel silenzio. Non ci sarà mai una campagna di scavi per riportare alla luce antichi resti sepolti dalla terra. L'esistenza di nuraghi a Serramanna, forse, resterà per sempre solamente una leggenda metropolitana sussurrata senza far troppo rumore, senza che nessuno dia alla cosa l'importanza che meriterebbe.
(Francesca M.)


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