martedì 27 marzo 2018

Asfodelo

L’asfodelo è una pianta erbacea molto diffusa in Sardegna: si può trovare nelle aree non coltivate, negli argini dei fiumi, nelle zone collinari e montane. In questo periodo la campagna è inondata dei suoi bellissimi fiori. Avete notato la forma e la posizione dei suoi sei petali?
Sembra quasi che rappresentino il fiore della vita...o, forse, è proprio il fiore della vita che vuole rappresentare l'asfodelo...
È una pianta conosciuta ed utilizzata sin dall'antichità: le radici tuberose erano un alimento che si consumava come le patate ed i suoi steli, ancora oggi, sono il materiale principale per la realizzazione di bellissimi cesti. Le sue foglie vengono usate per avvolgere gli asparagi e cucinarli alla brace. Inoltre, il miele di asfodelo, è uno fra i più delicati e inebrianti doni che ci vengono offerti dalle api.

Nuraghe Su Nuraxi a Samatzai

Non tutti sanno che a pochi chilometri da Serramanna, a Samatzai, é presente un sito nuragico molto interessante da visitare: Su Nuraxi.

Il nuraghe è situato in località Domu is Abis, distante dal paese circa un chilometro.

Il nuraghe una torre principale costruita in blocchi di calcare bianco di medie e grosse dimensioni. L’ingresso è quasi totalmente interrato. La camera interna è perfettamente rotonda. Quattro torri aggiunte circondano il mastio.
Nello spazio intorno al nuraghe si rileva la presenza di alcuni vani circolari, forse resti di un villaggio. Nelle sue prossimità é presente quella che potrebbe essere stata un’area sacrificale, “Sa piscedd’ ‘e su casu”, costituita da due solchi circolari concentrici e da un canaletto. Se ne avete la possibilità, visitatelo: ne vale veramente la pena!

Borragine

La borragine è una pianta aromatica commestibile consumata nel nostro paese fin dall’antichità
Nel corso dei secoli le sono state attribuite tantissime proprietà: i celti, la consideravano simbolo di virtù e forza e pensavano che bere vino con la borragine desse coraggio ai combattenti prima della battaglia. Plinio, in questa pianta identificava il “Nepente”, il “farmaco”indicato da Omero nell'Odissea che, unito al frutto della vite, era in grado di far cadere nell’oblio tutte le preoccupazioni ed i problemi.
Nell’antica Roma i suoi fiori venivano utilizzati per addobbare la casa in occasione di matrimoni ed altre festività.
La borragine è un delizioso ingrediente che può arricchire molte ricette: risotti, frittate, paste, zuppe, minestre, ravioli...
Tradizionalmente è considerata una pianta dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Fregola sarda con cardo mariano e aglio selvatico.


Ecco a voi una gustosa ricetta che abbiamo sperimentato nei giorni scorsi, utilizzando il cardo mariano e l'aglio selvatico raccolto in campagna.

Fregola sarda con cardo mariano e aglio selvatico.

15\20 coste di cardo mariano
1 mazzetto di aglio selvatico
250 gr di fregola sarda grossa
peperoncino
1 pomodoro secco sotto sale
pecorino sardo grattugiato
brodo vegetale (preparato con l'acqua di cottura del cardo più sedano, carota, cipolla, sale e olio extravergine d'oliva)
olio extravergine d'oliva

procedimento:
Pulire e lessare il cardo mariano per 10 minuti.
Tritare l'aglio selvatico, il peperoncino e tagliare a pezzetti il pomodoro secco.
In una padella scaldare l'olio extravergine d'oliva e unirvi l'aglio e il peperoncino.
Unire il pomodoro secco e infine i cardi. Lasciare insaporire per 10 minuti.
Unire la fregola e aggiungere gradualmente il brodo vegetale.
Ultimata la cottura, far riposare per 5 minuti poi cospargere di pecorino sardo.

giovedì 22 marzo 2018

Aglio selvatico

Avete mai assaggiato l'aglio selvatico?
Ha un gusto molto più delicato di quello coltivato, è più digeribile e non rende l'alito cattivo. Sono commestibili e buonissime anche le foglie e gli steli, che renderanno più gustosi i vostri piatti.
Tradizionalmente si ritiene che l'aglio sia un ottimo alleato contro le malattie infettive, preventivo dell’influenza, bronchiti croniche di tipo mucopurulento, ipercolesterolemia, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, diabete e dissenteria.

Lavanda selvatica

Lavandula stoechas L.
Famiglia: Labiatae
Nome sardo: Spicula areste, archemissa, abioi

La lavanda selvatica ha le foglie piccole e strette, molto profumate. Le sue infiorescenze viola/lilla, in cima a lunghi steli, somigliano alle spighe che, al posto dei chicchi, accolgono tanti fiori molto profumati ricchi di oli essenziali. I fiori essicati sono adatti a profumare la biancheria e gli armadi e scacciare le tarme. Grazie alle proprietà cicatrizzanti, i suoi oli essenziali, anticamente, venivano miscelati all'olio d'oliva per curare i morsi degli insetti.
Molto apprezzata dalle api, il suo prezioso polline produce un miele unico e buonissimo.
In passato, in Sardegna la lavanda selvatica veniva utilizzata, insieme all'elicriso, per bruciare le setole dai maiali macellati e profumare così la carne.
In alcuni paesi, durante la Settimana di Pasqua, viene ancora raccolta per abbellire i rami di ulivo e le palme benedette, perché una leggenda vuole che la Madonna avesse steso i panni di Gesù su questa meravigliosa pianta profumata.

martedì 20 marzo 2018

Il cardo mariano

Compositae Silybum marianum (L.) Gaertn.
Cardo mariano
Card'e molenti
Impossibile che durante una passeggiata in campagna non abbiate mai visto questo cardo selvatico: sicuramente, almeno una volta nella vita, il cardo mariano vi ha punto con le sue spine dispettose...
Sapevate che è commestibile e molto buono? Le sue coste, rispetto ai cardi coltivati, sono meno amare e persino più semplici da pulire.

Il nome botanico Silybum deriva dalla parola greca “silybon” che significa ciuffo per via del fiore ciuffoso; mentre marianum fa riferimento alla leggenda della Madonna, la quale nella fretta di nascondere Gesù dalla persecuzione di Erode, avrebbe perso qualche goccia di latte, macchiando le foglie del cardo.


La bellezza può nascondersi ovunque. Anche nelle spine...


Papavero

Mancano ormai pochi giorni all'inizio della Primavera. I campi, i bordi delle strade, i giardini, si tingono di infinite macchie di colore, regalando ai nostri sguardi immagini di indescrivibile bellezza. Sbocciano anche i papaveri che, tra i fiori che crescono spontanei, sono forse i più conosciuti e facili da identificare.
Oggi raccontiamo la loro leggenda.

LA LEGGENDA DEL PAPAVERO
Un giorno Proserpina, la bellissima figlia di Giove e della dea della Terra, mentre coglieva fiori in un prato, fu rapita da Plutone, dio degli inferi, che volle farla sua sposa.
Quando la madre di Proserpina, Demetra, venne a sapere che la figlia avrebbe trascorso il resto dell’esistenza nel mondo sotterraneo su cui regnava Plutone, si disperò e corse a chiedere a Giove di intervenire.
Giove, tuttavia, non fece nulla. Anzi, tentò di convincere Demetra della felice sorte che aveva avuto la loro figlia, divenuta regina. Ma Demetra non si lasciò lusingare e, presa dal suo dolore, cessò di occuparsi della Terra, tanto che presto ogni cosa avvizzì.
Giove, allora, cominciò a temere per la vita delle creature e pregò Demetra di tornare a compiere il suo dovere. In cambio avrebbe convinto Plutone a lasciare tornare sulla terra Proserpina per almeno sei mesi ogni anno.
Così fu e quando a primavera Proserpina tornò alla luce del sole, i prati si coprirono di erbe e fiori e tra le spighe di grano sbocciarono i papaveri, il cui caldo colore doveva ricordare a Proserpina la passione dello sposo che l’aspettava.

Erbe officinali, la natura si risveglia. É arrivato il momento di preparare le nuove talee: timo, melissa, lavanda e rosmarino.


Calendula, cera d'api, olio: con pochi ingredienti donati dalla natura, possiamo realizzare da soli semplici cosmetici per proteggere, lenire, idratare la nostra pelle.


Il cibo dei poveri

Il cibo dei poveri. Questa era la definizione che, fino a non molto tempo fa, veniva data alle erbe selvatiche. Probabilmente una modalità espressiva figlia della crisi delle due guerre mondiali e del successivo benessere economico. Le ferite di una guerra si guariscono anche lasciandoci alle spalle le nostre tradizioni e cambiando abitudini. Soprattutto alimentari.
Oggi dopo tanti anni di cibi “tossici” è nato il desiderio di riappropriarci di vecchi sapori, vecchie abitudini.
Scopriamo insieme una di queste erbe di cui, forse, qualcuno l’ha sentita nominare ma non conosce le sue caratteristiche e non sa che sapore ha: il ramolaccio – Raphanus raphanistrum – ambuatza - fam. Brassicaceae.
E’ una pianta a cui la medicina popolare attribuiva proprietà diuretiche, depurative dell’organismo, usata anche contro artrite e acne. Con la radice grattugiata si schiarivano le macchie della pelle.
Cresce bene in campi incolti ma sembra prediligere quelli coltivati, la si trova da febbraio a giugno, raggiunge l’altezza di 80 centimetri. Al palato ha un sapore piccante ma gradevole, si consuma da sola o si accompagna ad altre insalate. Può essere consumata cruda in pinzimonio, lessata o saltata in padella. Si accompagna bene con tutte le carni, con legumi e cereali.
Vi presento una ricetta che ho provato e apprezzato. Le dosi sono per circa 4 persone
½ Kg di semola grossa - olio evo – 300 gr. di salsiccia – 3 costole di bietole di campo – 8 foglie di ramolaccio – ½ cipolla – sale.
In un tegame fate soffriggere l’olio con le cipolle e la salsiccia, dopo averle sminuzzate aggiungete le bietole e il ramolaccio, aggiungete circa un litro di acqua e fatte bollire per circa 45m, aggiungete la semola e…… buon appetito.

Asparago selvatico.

Lo vedete oppure gli passate a fianco senza accorgervi della sua presenza?
Le tante proprietà salutari degli asparagi sono conosciute sin dall’antichità: erano apprezzati dagli Egizi e dai Romani che li utilizzavano anche come pianta officinale. Tradizionalmente agli asparagi vengono attribuite svariate proprietà:
diuretici, drenanti, disintossicanti,
dimagranti,
antiossidanti,
lassativi,
rinforzano le difese immunitarie.
E sono buonissimi!
Voi come preferite cucinarli: pasta, riso, uova?...

Pervinca

Pervinca
Vinca minor
Vinca difformis subsp. Sardoa
Fam. Apocynaceae

La pervinca è una pianta dalle importanti proprietà terapeutiche. Nella medicina popolare veniva usata per combattere la pressione alta, nella cura di gastriti, cistiti e diarrea. Diminuisce la concentrazione di zucchero nel sangue, arresta la secrezione lattea.
In cosmesi le venivano riconosciute proprietà utili a combattere la dermatosi, i foruncoli e gli eczemi.
Era una delle piante che, negli antichi riti della Sardegna, ricopriva notevole importanza durante il carnevale. La funzione che le veniva attribuita era quella di invocare l’acqua. I riti erano diversi nelle varie zone della Sardegna. In alcuni paesi si realizzava un fantoccio di canne (Maimone) che veniva adornato con corone di pervinca. Veniva portato dagli uomini e dai bambini, anch’essi adornati con corone di pervinca, in processione per le strade del paese. Durante la processione venivano effettuate diverse tappe e si cantava:
Maimone Maimone
Abba cheret su laore
Abba cheret su siccau
Maimone laudau.
Maimone Maimone – chiede acqua il frumento – chiede acqua il campo – Maimone sii lodato.
A ogni tappa venivano offerti dei dolci ai bambini e un bicchiere di vino agli adulti
Interessante sembra anche l’origine dei nomi: Maimone – Amon = acqua e pervinca in sardo Proinca, Proere = piovere.

Anche il menhir del parco giochi ha le coppelle. Osservatelo bene!


Energia

Per sentirsi circondati da una piacevole energia, non è indispensabile trovarsi di fronte ad un menhir infitto nella terra da migliaia di anni. Questo nella foto è il semplice ornamento di un'aiuola moderna, ma a me trasmette una sensazione di calma e serenità. E voi, che relazione avete con le pietre? Che effetto vi fanno?

Calendula


Ed ecco che anche la calendula selvatica (calendula arvensis) mostra i suoi capolini. Forse non sapete che é lei, ma vi basterà fare una passeggiata fuori dal centro abitato per imbattervi nei suoi fiorellini che già punteggiano le nostre campagne di giallo.
Tra le proprietà che tradizionalmente le vengono attribuite, ve ne elenchiamo alcune: idratante, antinfiammatoria, lenitiva, astringente, antimicotica. É utile per contrastare irritazioni cutanee, guarire ferite e contusioni.

Tarassaco


La stagione della cicoria é cominciata!

La stagione della cicoria é cominciata!
Vista la polemica sui sacchetti per frutta e verdura che si pagano, forse è meglio raccogliere i doni della natura in campagna...utilizzando un cestino!

Unguento autoprodotto

Fate fondere a bagnomaria 5 g di cera d’api.  Non appena la cera si è fusa del tutto aggiungete 60 g di oleolito a filo mescola...

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